RICERCA Piepoli: Il programma scolastico all’estero
L’Istituto Piepoli ha realizzato, per conto dell’Afsai, un’indagine riguardante i programmi scolastici all’estero.
L’indagine affrontata ha posto questioni sull’interesse per il programma, la gestione del rientro in Italia e gli effetti della partecipazione degli studenti.
Nello specifico, l’indagine ha preso in esame un campione di 800 studenti e 120 docenti. Tra i temi trattati nel corso della ricerca, risulta interessante evidenziare la posizione degli insegnanti nei confronti dell’esperienza all’estero.
Di questi il 33% erano uomini ed il 67% donne, sono state realizzate interviste in licei su tutto il territorio nazionale diviso in macro aree (Nord est e Nord ovest- centro-sud e isole).
Tra gli insegnanti intervistati, il 96% sono a conoscenza del programma scolastico all’estero ed il 76% ne ha avuto un’esperienza diretta, cioè propri alunni ne hanno preso parte.
Un totale pari al 92% degli insegnanti valuta positivamente la partecipazione al programma reputandolo per il 47% molto interessante e per il 45% abbastanza interessante per gli studenti.
Tra i motivi principali, oltre all’apprendimento linguistico, l’esperienza è reputata importante come strumento di crescita e di conoscenza di nuovi modelli di apprendimento e di studio.
Tra chi valuta interessante il programma, il 56% individua come freno maggiore a non aderire al programma la diversità dei programmi di studio e la paura di rimanere indietro rispetto a quanto studiato in Italia.
Risultato in contrasto rispetto al comportamento generale degli insegnati che per il 92% dichiara di mostrarsi comprensivo verso chi torna dopo l’esperienza all’estero.
A questo dato, si aggiunge anche il 78% di insegnanti che incoraggiano i ragazzi affinché prendano in considerazione questa opportunità di studiare all’estero. L’86% ha una opinione positiva sugli effetti sul percorso di studi che questa esperienza apporta.
A conclusione dell’indagine effettuata, da parte del corpo docente viene quindi riscontrato un generale atteggiamento positivo e favorevole riguardo alla partecipazione al programma scolastico all’estero, comprendendone l’efficacia e l’arricchimento.
L’esperienza di AFSAI nella gestione del programma riporta però delle contraddizioni nei risultati ottenuti. Vengono evidenziate, molto spesso, delle problematiche da parte di studenti e docenti che rendono difficile l’adesione al programma stesso.
La problematica maggiore da evidenziare è la difficoltà nel gestire sia il periodo di permanenza all’estero sia il reinserimento in Italia dello studente nel percorso di studi.
Nonostante la nota ministeriale n.843 del 10 aprile 2013 abbia fornito le linee guida da seguire per la gestione della mobilità studentesca individuale, rimane, ancora, nella pratica poca chiarezza su come affrontare questa esperienza da un punto di vista didattico.
Gli studenti difficilmente, prima della partenza, ricevono dal proprio corpo docente una definizione chiara delle azioni di sostegno, di monitoraggio e di valutazione dell’esperienza.
Allo stesso modo, i docenti riscontrano delle difficoltà oggettive a giudicare in termini di voti e crediti scolastici quanto studiato all’estero, non valorizzandone i punti di forza.
La valutazione molto spesso si limita a verificare tramite colloquio orale e prove scritte, il programma dell’ordinamento scolastico italiano che lo studente ha sviluppato in maniera autonoma in tempi obbligatoriamente molto ristretti, senza prendere in considerazione quanto sviluppato all’estero.
Gli insegnanti non avendo a disposizione gli strumenti per poter valutare gli studenti al loro rientro, suggeriscono molto spesso di frequentare all’estero periodi più brevi dell’intero anno (semestre o addirittura trimestre) perché reputano la gestione più semplice, dovendo lo studente concludere obbligatoriamente l’anno scolastico in Italia.
Rimangono sempre aperte questioni su cosa lo studente deve recuperare, se tutto o parte del programma di studi di tutte o alcune materie, e molto diversificate sono le modalità ed i tempi di verifica da parte delle scuole italiane.
L’esperienza ci porta a dire che molto spesso lo studente e la famiglia sono più preoccupati del rientro nella scuola italiana che dell’esperienza stessa, non percependo nessun tipo di chiarezza e sicurezza da parte del proprio istituto.
Gradimento, positività e incoraggiamento da parte degli insegnanti non è facilmente riscontrabile nella realtà.
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